La Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo, che si tiene ogni anno il 21 maggio, celebra non solo la ricchezza delle culture del mondo, ma anche il ruolo essenziale del dialogo interculturale per raggiungere la pace e lo sviluppo sostenibile. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato per la prima volta questa Giornata Mondiale nel 2002, in seguito all’adozione da parte dell’UNESCO della Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale del 2001, riconoscendo la necessità di “aumentare il potenziale della cultura come mezzo per raggiungere la prosperità, lo sviluppo sostenibile e la coesistenza pacifica globale”.
Con l’adozione nel settembre 2015 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile da parte delle Nazioni Unite e la Risoluzione A/C.2/70/L.59 su Cultura e Sviluppo Sostenibile adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2015, il messaggio della Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo è più che mai importante. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile possono essere raggiunti al meglio attingendo al potenziale creativo delle diverse culture del mondo e impegnandosi in un dialogo continuo per garantire che tutti i membri della società traggano beneficio dallo sviluppo sostenibile.
“In questa Giornata, l’UNESCO invita tutti a celebrare la diversità culturale, attraverso la quale saremo in grado di costruire la solidarietà intellettuale e morale dell’umanità”.
Il 21 maggio verrà celebrato anche a Reggio Emilia al Palazzo dei Musei, con una presentazione e reading musicale del libro “Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra” con Paolo Pecere, Luciano Bosi e Elisa Cattani. Gli oggetti venuti da lontano sono portatori di significati e pensieri, reali punti di contatto che aprono alla conoscenza, ad altre visioni e nuovi sentimenti. Il ciclo di incontri vuole essere un invito a esplorare le diversità e le influenze reciproche tra le culture attraverso le collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia insieme ad autori, ricercatori, artisti che stanno tracciando nuovi percorsi, cammini da intraprendere per sentirsi parte, tutti, di un unico patrimonio culturale che ci unisce.
Martedì 21 maggio, ore 18.00
Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo
Paolo Pecere, Luciano Bosi, Elisa Cattani
presentazione e reading musicale del libro
Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra
di Paolo Pecere (Sellerio Editore, 2024)
Un viaggio nella storia del pensiero, nel passato e nel futuro della Terra, nei territori dove l’uomo incontra ciò che non è umano e si appresta a un dialogo
IL SENSO DELLA NATURA. SETTE SENTIERI PER LA TERRA | Guardare negli occhi un orango, un polpo, uno squalo balena. Mettersi in cammino per capire un deserto, una foresta o una catena montuosa attraversando le tradizioni del pensiero umano. Muoversi da New York alle Galápagos, dall’Islanda al Borneo, dal Ruanda al Tibet, per immergersi nella nostra casa, il pianeta che dobbiamo amministrare.
Un pianeta di cui bisogna scrivere il futuro: negli ultimi anni è stato riconosciuto l’impatto distruttivo della civiltà umana sulla natura, reso evidente da catastrofi climatiche, estinzioni di intere specie animali, desertificazione e scomparsa di paesaggi. Eppure, questa consapevolezza non produce alcun reale cambiamento nei nostri modi di vivere, nelle soluzioni adottate dalle società industriali per evitare la calamità. Al tempo stesso, assistiamo al diffondersi di un amore appassionato e di una profonda nostalgia per la natura incontaminata, rifugio dall’assordante disarmonia del mondo. È sicuramente un sentimento genuino, ma del tutto inadeguato a proteggere la Terra.
Da questa scissione paradossale, consapevole che la sola verità scientifica non sembra sufficiente a scuoterci, inizia il percorso di Paolo Pecere. Studiare e attraversare le città, con il loro apparente isolamento dall’ambiente e la loro dipendenza dalle risorse naturali, spostarsi sulle montagne e sotto gli oceani, esplorando l’origine della nostra coscienza, l’idea di un ordine cosmico, il rapporto tra umano e ciò che ci appare profondamente altro, diverso da noi, gli animali, le piante, l’acqua e la pietra, il paesaggio. Qual è oggi, allora, il vero senso della natura, quel sentimento che siamo chiamati a ritrovare o immaginare di nuovo? Potrebbe significare «amare chi non è come noi», oppure restare in silenzio e guardare il mondo attraverso occhi che non sono i nostri. O forse smettere di scrutare sempre e ossessivamente noi stessi.
La scoperta di una cura del mondo, una nuova definizione dell’ecologia, quella «scienza magnifica che è diventata triste», hanno bisogno di una visione del futuro che immagini altri modi di percepire la natura, e di un recupero della nostra memoria biologica che ci faccia avvertire l’unione indissolubile, vivente, organica e inorganica di tutto ciò che esiste sulla Terra.
・ Paolo Pecere insegna Storia della filosofia all’Università di Roma Tre. Si occupa dei rapporti tra filosofia, scienze della natura e psicologia nell’età moderna e contemporanea. Tra i suoi libri, “La filosofia della natura in Kant” (Pagina, 2009), “Dalla parte di Alice. La coscienza e l’immaginario” (Mimesis, 2015), “Soul, Mind and Brain from Descartes to Cognitive Science. A Critical History” (Springer, 2020), “Il dio che danza. Viaggi, trance, trasformazioni” (Nottetempo, 2021) e i romanzi La vita lontana (LiberAria, 2018) e Risorgere (Chiarelettere, 2019).
・ Luciano Bosi, esperto musicale e collezionista, presenza già nota al pubblico reggiano. Percussionista, organologo, etnomusicologo e didatta, improvvisatore formale che organizza suoni e silenzi narranti a geometria e geografia variabile. Dal 1979 svolge un’intensa attività di ricerca sullo strumentario a percussione, ed in particolare sulle connessioni con altri ambiti di studio quali l’etnografia, l’antropologia, la didattica e la musicoterapia. La sua trainante e peculiare visione esistenziale confluisce in “Quale Percussione?”, progetto che vanta una collezione di oltre 3.000 strumenti a percussione provenienti da tutto il mondo acquisiti in oltre 30 anni di raccolta sistematica, attualmente custoditi e fruibili nel museo-laboratorio attivato in convenzione con il Comune di Modena. Dal 1982 Luciano Bosi svolge un’intensa attività didattica, formativa e di ricerca, con una particolare attenzione all’aspetto interculturale sia in ambito scolastico che extrascolastico: per le scuole realizza progetti e percorsi strutturati per lo più su tematiche multidisciplinari; per l’extrascuola (adulti e adolescenti anche all’interno di strutture di recupero) conduce corsi, stages e laboratori sull’utilizzo delle percussioni quali strumenti di relazione e conoscenza di sè, sulla costruzione degli strumenti musicali, sulle tradizioni musicali di culture ‘altre’, sulle tecniche dell’ascolto attivo e sul rapporto tra musica e narrazione. Dal 1994 realizza allestimenti e arredi sonori per interni ed esterni destinati ad ambiti scolastici per la prima infanzia e ad altri spazi pubblici.
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