Perché mappare la diversità?
Città italiane e città europee vivono da decenni un importante processo di trasformazione legato alla crescente diversità culturale e sociale che le caratterizza. Questo processo rende necessaria una lettura più approfondita e visibile di tale diversità, poiché solo attraverso una comprensione accurata delle sue diverse dimensioni a livello urbano si possono sviluppare politiche e strategie efficaci nel favorire un’effettiva partecipazione di tutti gli abitanti. Qualunque sia il portato della diversità culturale nei diversi territori è un dato di fatto che gli spazi condivisi dell’abitare cittadino (non solo gli spazi urbani aperti, ma anche gli spazi chiusi della cultura e dell’educazione) vivano delle interrelazioni tra persone aventi origini culturali diverse. Tuttavia, questa diversità non è sempre riflessa nella rappresentazione visiva di questi spazi.
Se si guarda al “paesaggio linguistico” dei centri storici e dei più significativi luoghi di socializzazione (come gli spazi educativi), tale diversità risulta spesso annullata. Occorre sostenere una trasformazione plurale degli spazi pubblici, non solo per una corretta rappresentatività delle persone che li abitano, ma anche per promuovere senso di appartenenza, possibilità di ibridazione e di partecipazione. È in questo contesto che si inserisce il progetto di mappatura dei luoghi della diversità culturale, realizzato dal Comune di Reggio Emilia e dal Comune di Modena, grazie ad un inter–city grant del programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa.
Reggio Emilia
La mappatura della diversità culturale a Reggio Emilia è stata realizzata nell’area di Santa Croce, concentrandosi sulle attività commerciali della zona interna e sui luoghi di culto sia interni che esterni al quartiere.
Attività commerciali: una comunità internazionale che cresce
Nel complesso sono state rilevate 46 attività commerciali. Di queste: 34 attività (74%) sono gestite da persone con background internazionale. Un dato rilevante è che tutte le 34 attività internazionali non sono collegate ad associazioni di categoria. L’offerta commerciale si presenta variegata e dinamica, con una concentrazione in alcuni ambiti:
- Servizi di parruccheria ed estetica – 10 attività
- Negozi alimentari – 7 attività
- Servizi di rimesse, posta e telefonia – 5 attività
- Bar – 5
- Take–away – 5
- Ristoranti – 1
- Sartorie – 2
- Negozio di artigianato – 1
Attività commerciali gestiti da persone con background internazionale, Santa Croce Interna, Reggio Emilia
Le attività commerciali di Santa Croce riflettono una presenza culturale ricca e articolata, con imprenditori provenienti da diversi contesti. La comunità più numerosa è quella di origine cinese, con undici attività che contribuiscono in modo significativo alla vitalità del quartiere. Seguono gli imprenditori di origine bangladese e marocchina, che insieme rappresentano una parte importante del tessuto economico locale. Si distinguono anche presenze provenienti da Pakistan, Egitto, Georgia, Sri Lanka, Nigeria, Ghana, Senegal, Romania, India, Tunisia e Repubblica Dominicana, a testimonianza di un mosaico estremamente eterogeneo.
nota: è importante notare che oltre un quarto degli intervistati, pur avendo origini internazionali, possiede anche la cittadinanza italiana.
Pluralità religiosa a Santa Croce Interna ed Esterna
All’interno del progetto, un’attenzione particolare è stata dedicata ai luoghi di culto, spazi centrali per comprendere la vita spirituale, sociale e comunitaria del territorio. Nell’area di Santa Croce Interna ed Esterna sono stati individuati sette luoghi di culto, ognuno dei quali testimonia una storia, una presenza e una pratica religiosa che contribuiscono alla ricchezza culturale del quartiere.
Pluralità religiosa a Reggio Emilia, Santa Croce interna ed esterna
Nell’area di Santa Croce Interna ed Esterna sono stati individuati sette luoghi di culto principali: la Moschea Assalam, tre chiese protestanti – la Comunità Cristiana Evangelica di, l’International Christian Fellowship e la Chiesa Evangelica Pentecostale Rumena; la Sala del Regno dei Testimoni di Geova, il Tempio Hindu Alayam e la Chiesa Cristiano Copta. Nonostante la loro presenza capillare, molti di questi spazi restano poco visibili alla città: spesso sono ospitati in strutture adattate o non immediatamente riconoscibili, e per questo non percepiti come parte del patrimonio urbano. Al loro interno, però, svolgono funzioni essenziali, offrendo corsi di lingua madre, lezioni di italiano per i nuovi arrivati, sostegno alle persone più fragili e un prezioso sistema di welfare informale. Collaborano attivamente con associazioni, scuole e realtà del territorio, contribuendo al dialogo interreligioso e alla solidarietà diffusa.
Modena
Il progetto di mappatura è stato concentrato sul plurilinguismo e ha coinvolto scuole di lingua madre e realtà locali, valorizzando lingue, culture e reti di comunità presenti sul territorio.
Plurilinguismo e scuole di lingua madre a Modena
Nella città di Modena, il progetto ha permesso di identificare e contattare dieci scuole di lingua madre, di cui otto già intervistate, e di stabilire un dialogo con 24 realtà locali. Queste realtà hanno espresso interesse per il progetto, volontà di confronto con le istituzioni e bisogni specifici legati all’insegnamento della lingua madre, con alcune pronte a intraprendere percorsi didattici strutturati. Le lingue insegnate comprendono arabo, ucraino, russo, spagnolo e greco; le scuole sono dislocate su tutta la città, spesso legate ai luoghi di culto o alla disponibilità di spazi pratici per le lezioni. Tra le principali difficoltà sono emerse la carenza di locali adeguati, la necessità di suddividere gli spazi in aule separate, la sicurezza e la presenza di spazi esterni. Il plurilinguismo viene percepito come una risorsa linguistica e culturale, capace di fornire strumenti aggiuntivi ai partecipanti. Il progetto ha evidenziato anche possibili sviluppi legati alla formazione di bambini, giovani e adulti, sia a scopo lavorativo, formativo o personale. Numerosi progetti e attività hanno inoltre una valenza sociale, ricreativa, aggregativa e solidale, contribuendo a rafforzare competenze, coesione e dialogo all’interno della città.






