Nell’ambito del protocollo di intesa firmato tra Fondazione Mondinsieme, il Consorzio Quarantacinque e il Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro nasce una collaborazione all’interno del progetto RETI (Racconti e traiettorie interculturali) per tre appuntamenti con il cinema d’autore promosso in collaborazione con le associazioni dell’Assemblea di Mondinsieme, composta da oltre 30 associazioni di Reggio Emilia. Le proiezioni saranno ad ingresso gratuito al Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro di via Emilia San Pietro 44
Primo appuntamento venerdì 22 novembre ore 18.30 con L’ombra di Stalin diretto da Agnieszka Holland promosso con l’associazione dei volontari Ucraini di Reggio Emilia in occasione della giornata delal memoria dell’Holodomor. L’ombra di Stalin è un film storico e biografico che racconta parte della vita di Gareth Jones, giornalista talentuoso e coraggioso che per primo in Occidente nel 1933 fece conoscere i disastri della collettivizzazione forzata in Unione Sovietica e la fame e la carestia cui il governo di Stalin sottopose la popolazione ucraina.
Agnieszka Holland è regista e sceneggiatrice. Si è diplomata in regia al FAMU di Praga (tra i suoi insegnanti figurano Milos Forman e Ivan Passer). Dopo l’invasione sovietica nell’agosto 1968 decide di rimanere ugualmente in Cecoslovacchia, ma nel 1970 viene arrestata dalla polizia e solo dopo mesi di interrogatori e torture riesce a tornare in Polonia. Con il suo primo lungometraggio Aktorzy provincjonalni (Attori di provincia, 1978) ha vinto il Premio Internazionale della Critica al Festival di Cannes nel 1980. Dopo essere emigrata in Francia nel 1981, ha diretto numerosi film, fra cui Europa (1990), che le è valso una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura. Agnieszka Holland ha ricevuto nomination all’Oscar per il miglior film straniero anche nel 1985 e nel 2012, con Bittere Ernte (Raccolto amaro) e In Darkness. Ha sceneggiato e diretto numerosi episodi di alcune importanti serie televisive statunitensi, ha diretto la miniserie Burning Bush (Il roveto ardente, 2013) per HBO Europe. Il suo lungometraggio Pokot – Tracce (Spoor, 2017) è stato premiato con l’Orso d’argento al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Gli ultimi progetti di Agnieszka Holland sono la serie televisiva 1983 (2018) per Netflix, i lungometraggi Mr. Jones (L’ombra di Stalin, 2019) e Charlatan – Il potere dell’erborista (2020). All’ultima Mostra di Venezia si è portata a casa il Gran premio della Giuria per Green Border.
Secondo appuntamento mercoledì 11 dicembre alle ore 20.30 con Twist à Bamako diretto da Robert Guédiguian
Dramma storico e romantico del maestro del cinema francese che posa uno sguardo inedito sulla società maliana degli anni ’60 post indipendenza, la vibrante cultura della twist dance e l’utopia socialista panafricana. Samba viaggia in tutto il Mali con l’obiettivo di convincere la gente ad abbracciare il socialismo. Quando incontra la ragazza di un villaggio, Lara, è amore a prima vista ma la giovane è stata costretta a sposarsi contro la sua volontà. Il loro amore è minacciato e, con esso, anche il futuro del paese.
Robert Guédiguian classe 1953, è una delle rivelazioni più interessanti del cinema francese tra gli anni ’80 e gli anni ’90. I suoi film, quasi sempre ambientati nei quartieri popolari di Marsiglia, raccontano la vita dei lavoratori, le tensioni ma anche i benefici derivanti dalla presenza di una forte comunità di immigrati. Un interesse per la realtà dell’immigrazione che nasce anche dalle origini stesse di Guédiguian: madre tedesca e nonno paterno armeno. Il regista documenta la realtà di un tessuto sociale frammentato, di una popolazione avvilita e vulnerabile – devastata da una globalizzazione incontrollata, dai problemi del lavoro, della droga e della piccola criminalità – ma senza cadere nel nichilismo, con lo sguardo rivolto a una solida cultura operaia, al suo spirito di resistenza, al netto rifiuto di perdere la speranza.
Il film verrà proiettato in lingua francese con sottotitoli in italiano.
Terzo appuntamento mercoledì 18 dicembre alle ore 20.30 con Borga diretto da York-Fabian Raabe
Borga è un termine che designa un ghanese che ha raggiunto il benessere all’estero. Il film racconta la storia di due fratelli, Kojo e Kofi, che crescono nei pressi di una discarica di rifiuti elettronici ad Accra, capitale del Ghana. Assieme al loro padre, si guadagnano da vivere recuperando i metalli dai rifiuti elettronici provenienti dall’Occidente. Un giorno Kojo incontra un borga che vive in Germania e che cambierà la sua vita per sempre.
L’interesse di York-Fabian Raabe (nato nel 1979) per le culture risale alla sua prima infanzia quando la madre lo portava con sé nei viaggi all’estero. A 23 anni, dopo aver completato gli studi di economia, si dedica alla passione per il cinema studiando al DFFB (l’Accademia tedesca di Cinema e Televisione), a Berlino. Con i suoi cortometraggi, per lo più ambientati in contesti africani, York-Fabian vince vari premi. Dopo anni di ricerca e sviluppo in Ghana, compreso un documentario di preparazione ai temi del film, nel 2021 esce Borga, il suo primo lungometraggio di fiction.
Il film è in diverse lingue: Tedesco, Twi, Fante, Ghanese, Inglese. Ed è sottotitolato in italiano.
Promosso in occasione della giornata internazionale del Migrante
L’iniziativa è promossa da Fondazione Mondinsieme all’interno del progetto RETI – Racconti e traiettorie interculturali. RETI è co-finanziato dal bando a sostegno di iniziative su Pace, Intercultura, Diritti, Dialogo interreligioso e cittadinanza globale – Anno 2024 in collaborazione con Regione Emilia-Romagna.