PAL

Reggio Emilia, Bologna e Torino sono le prime città italiane ad implementare un piano di azione locale per il contrasto al razzismo, alle discriminazioni per origine e appartenenza culturale e ai crimini motivati dall’odio, gettando le basi per una società più inclusiva, sicura e culturalmente più ricca, in linea con i grandi obiettivi della Commissione Europea.

La Commissione Europea chiede un impegno da parte di tutti i paesi dell’Unione e delle comunità locali nella realizzazione di strategie per la promozione dell’inclusione e della diversità e la Giunta Comunale di Reggio Emilia, il 30 gennaio 2023, ha approvato il documento che la porta ad essere la prima città ad aver predisposto e adottato un piano locale per contrastare le discriminazioni razziali e tutelare le vittime.

Reggio Emilia, Bologna e Torino rappresentano un modello per altre comunità desiderose di agire contro le discriminazioni in tutte le loro forme. A partire da queste tre esperienze, verrà poi redatta una proposta di strategia nazionale contro il razzismo per gli Enti locali italiani.

 

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LA NASCITA

PAL nasce come strumento politico, culturale ed operativo per il contrasto alle discriminazioni razziste, integrando trasversalmente le politiche comunali su diritti, inclusione e antidiscriminazione verso il raggiungimento del decimo obiettivo dell’Agenda 2030: la riduzione delle disuguaglianze.
Il Piano di Azione Locale si fonda sui principi di intersezionalità partecipazione, coinvolgendo i gruppi razzializzati, promuovendo l’uguaglianza sia contrastando il razzismo e le discriminazioni istituzionali che implementando politiche fondate sul dialogo interculturale.

Nace infatti nel quadro del Piano d’azione contro il razzismo 2020-2025 della Commissione Europea, coinvolgendo il Comune di Torino (capofila) assieme all’Associazione Altera, il Comune di Bologna, il Comune di Reggio Emilia assieme alla Fondazione Mondinsieme, con il supporto di OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori).

Il percorso che ha portato alla realizzazione ed implementazione del PAL ha avuto inizio nel 2021, vedendo coinvolti progetti europei (SUPER ed ITACA), gruppi interservizi e la Rete delle Città Interculturali.

OBIETTIVI
  • Potenziare la capacità dei territori di identificare discriminazioni e crimini d’odio
  • Fornire supporto alle persone che ne sono vittime
  • Sviluppare piani d’azione locali
  • Proporre una strategia nazionale per il contrasto a razzismo, xenofobia e crimini d’odio

 

SOGGETTI COINVOLTI

STAFF COMUNALE

Nel percorso verso un Piano Locale contro il razzismo sono state portate avanti delle formazioni sulle competenze interculturali, nonché la creazione di team misti con le forze dell’ordine per formare sugli hate crimes e le discriminazioni.
​Per l’analisi sulle politiche degli enti comunali sono stati somministrati dei questionari.

ASSOCIAZIONI DEL TERZO SETTORE

Si è effettuata una mappatura delle associazioni del terzo settore nel territorio, nonché l’organizzazione di workshop formativi ed eventi di sensibilizzazioni ed incontri di comunità per l’ascolto e la raccolta di proposte di azioni per il PAL.

DECISORI POLITICI

​Sono state presentate delle bozze del PAL in Giunta, avendo modo di interloquire con assessori e dirigenti sui temi specifici trattati nel PAL.
GLI INCONTRI DI COMUNITA’
Focus di questi incontri sono le scuole, i/le giovani e l’educazione, affrontando temi come l’accesso ai servizi, il lavoro e il diritto alla casa.
L’orientamento si pone “al ribasso” verso le scuole professionali attraversando fenomeni come l’abbandono scolastico di studenti/esse di origine straniera, le “microaggressioni” che subiscono sin dall’infanzia, la “normalizzazione“, e realtà discriminatorie come le minori opportunità offerte ai/alle giovani di seconda generazione, le poche possibilità di segnalare le discriminazioni e la necessità di sensibilizzazione e formazione per persone adulte.
PRINCIPI GUIDA
  1. Equità come dovere positivo dell’Amministrazione e non solo come tutela contro la discriminazione
  2. Attenzione prioritaria al razzismo istituzionale e sistemico
  3. Approccio trasversale nelle politiche di contrasto al razzismo (mainstreaming) con l’assunzione di una chiara direzione e responsabilità politica
  4. Approccio intersezionale come presa di consapevolezza delle interazioni tra forme e cause diverse di discriminazione e della molteplicità delle identità personali
  5. La necessità di basare le scelte politiche sulla “migliore scienza e conoscenza” disponibile
  6. Il coinvolgimento in ogni fase delle persone appartenenti a gruppi razzializzati, delle loro organizzazioni e delle organizzazioni della società civile impegnate nella promozione dell’uguaglianza
IL PIANO
LE SFIDE 
  1. integrare la cultura e la visione antirazzista nelle politiche comunali in un’ottica complessiva di promozione dell’uguaglianza
  2. contrastare il razzismo e la mentalità razzista, decostruendo i meccanismi culturali e sociali che normalizzano e legittimano le discriminazioni
  3. strutturare un sistema di osservazione e rilevazione delle discriminazioni razziste e contrastare i fenomeni di under-recording e under-reporting
  4. intervenire per eliminare le cause le pratiche discriminatorie soprattutto in questi ambiti: abitazione, lavoro e condizioni di impiego, scuola, formazione e contesti educativi, accesso ai servizi e alle prestazioni sociali
LE AREE DI AZIONE 
  1. FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
  2. RACCOLTA DI DATI
  3. SERVIZI ALLA CITTADINANZA
  4. ORGANIZZAZIONE INTERNA
  5. TRAVERSALITA’, PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITA’ POLITICO-AMMINISTRATIVA
AZIONI
  • Attraverso PAL vengono erogate delle formazioni destinate ai dipendenti comunali per trasmettere competenze interculturali e contrastare le discriminazioni razziste
  • Sono state organizzate delle campagne di sensibilizzazione per la cittadinanza in concomitanza alle giornate internazionali contro il razzismo (21 marzo) e per il dialogo e lo sviluppo interculturale (21 maggio)
  • Diffusione della Strategia Anti-Rumours
  • Promozione e diffusione del Calendario Interculturale
  • Informazione mirata per vittime reali e potenziali
  • Nodo antidiscriminazione: è il maggior raccordo con le realtà del territorio e permette flessibilità oraria e dei luoghi per il report sulle segnalazioni (potenziamento delle “antenne” sul territorio)
  • È stato creato del materiale informativo multilingue e multi-canale sull’antidiscriminazione
  • Viene valorizzato il ruolo del mediatore linguistico-culturale e del lavoro di contrasto alla marginalità e alla tratta
  • Il PAL viene integrato nel patto educativo interculturale
  • Viene promosso il dialogo e la collaborazione coi giovani di seconda generazionecomunità di origini diverse e associazioni della società civile per facilitare l’accesso a info e servizi 
  • Si è avviato un percorso di confronto sulle politiche abitative, proponendo una clausola antidiscriminatoria nei contratti a canone concordato
  • Promozione della diversità come strategia di sviluppo economico del territorio (D-Lab)
  • Si propone di ridefinire l’art. 13 dello statuto comunale inserendo il tema del contrasto alle discriminazioni
  • Si pongono obiettivi e indicatori nei documenti di programmazione strategica nonché l’analisi periodica delle politiche dell’ente su intercultura e antidiscriminazione (verifica dell’impatto del PAL e monitoraggio)
  • Si coinvolgono le associazioni di diversa origine geo-culturale nelle cerimonie pubbliche e si spinge all’adozione dell’approccio antirazzista nei gestori di servizi comunali e nelle partecipate
  • Si organizzano reti e progetti nazionali, europei e internazionali sul contrasto alla discriminazioni razziste
  • Costruzione di un tavolo cittadino o attribuzione del tema a un tavolo esistente (coordinamento diritti umani)
  • Costituzione di un tavolo di raccordo operativo e/o la stesura di un protocollo
  • È stata creata una rete sul territorio per la segnalazione di casi e casistiche in collaborazione col nodo di raccordo antidiscriminazione
  • È stato avviato un processo di raccolta e analisi di dati sull’uguaglianza
  • Costruzione di un Osservatorio per la raccolta di dati e segnalazioni, analisi del fenomeno e produzione di report periodici
  • Si formalizzano gruppi di lavoro interservizi per rendere trasversale l’approccio e monitorare l’implementazione del PAL
  • Si organizzano politiche e pratiche di diversity and inclusion management
IL PAL A REGGIO EMILIA

La città di Reggio Emilia presenta piani, tavoli interistituzionali e protocolli d’intesa già in essere. Infatti Il Piano è concepito in un’ottica di complementarietà rispetto alle politiche già in essere e volte alla valorizzazione delle diversità, all’inclusione e al contrasto alle discriminazioni:

  1. il contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili 
  2. il contrasto all’omotransnegatività e l’inclusione delle persone LGBTQUIA+
  3. il contrato alla violenza maschile sulle donne
  4. Città senza barriere
  5. Ditutti, Piano di azioni strategiche per le politiche interculturali
  6. Coordinamento Diritti Umani
  7. Strategia antiziganismo
PROSPETTIVE E INTEGRAZIONI
Impegno a fondamento del PAL è la collaborazione sul tema del contrasto al razzismo e alle discriminazioni razziste e intersezionali con gli attori locali; in allegato al PAL è stato approvato un glossario contenente i concetti chiave e le terminologie usate in ambito nazionale ed europeo.

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